Festival de Cine Independiente de Mar del Plata

Gravity, tensione e angoscia oltre l’atmosfera

Successo strepitoso negli Stati Uniti, leggermente inferiore in Italia, ma Gravity ha raccolto consensi a livello internazionale. Un film che mette l’angoscia, fa vivere senszioni claustrofobiche, nonostante gli ampi spazi, lascia atoniti davanti alla bellezza magistrale dell’unverso, e diventa struggente nell’evocazione dei ricordi familiari. Complici le doti interpretative dell Bullock e il fascino senza tempo di George Clooney, il film di Cuaròn conquista la platea. La storia parla della missione dei due astronauti Matt Kowalsky e Ryan Stone che, alle prese con la riparazione di una stazione nello spazio, si ritrovano coinvolti con la loro astronave in una devastante tempesta di detriti.

Rimasti a vagare nello spazio cercano disperatamente di tornare sulla terra, una terra quanto mai vicina, ben visibile, nitida, quasi a portata di mano, ma così tragicamente lontana. La tensione è in continuo crescendo, non viene allentata mai e tiene lo spettatore col fiato sospeso in un’angosciante turbinio di sensazioni, tra cui spaesamento e impotenza davanti alla foza della natura. Questa rapresentazione dello spazio interpreta una delle maggiori paure umane, quella di varcare determinati confini e di non fare ritorno. Assieme all’invasione di creature  spaziali, questo è uno dei leit movit dei fantasy più utilizzati, al punto da essere un po’ troppo sdoganato.

Da una potente spinta alla pellicola la magistrale prova recitativa di Sandra Bullock, quanto mai credibile mentre fluttua nello spazio. Mimica facciale e respiro coinvolgono gli spettatori che sentono crescere l’ansia e il timore nel vedere naufragare nel vuoto celeste ogni speranza di tornare a casa. Un film che sicuramente meritava un po’ di più.